CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA (detto di Pio X)

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APPENDICI

Appendice I
Brevissimi cenni di storia della Rivelazione divina

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CREAZIONE DEL MONDO E DELL'UOMO.

I. A1 principio Dio solo era, e niente esisteva fuori di Lui. Infinitamente perfetto e felice in se stesso, ,Egli non aveva bisogno d'alcuno, ma per pura bontà volle creare, cioè fare dal nulla. Volle, e furono il cielo e la terra, le cose tutte visibili e le invisibili.

2. Con ordine maraviglioso le creature furon prodotte una dopo l'altra: luce, firmamento ed astri, terra e mare, vegetali e animali; e ultimo, quasi corona della creazione, l'uomo; il quale fu fatto ad immagine e somiglianza di Dio, perché nel corpo formato di terra, il Creatore infuse lo spirito immortale, e l'innalzò con la grazia allo stato soprannaturale e al fine di goder Dio stesso nell'eternità.  

3. A1 primo uomo, che chiamò Adamo, Dio diede per compagna, traendola con alta ragione dal fianco di lui, Eva, la prima donna; e da essi è venuta l'intera famiglia umana.

 

II CADUTA DELL'UOMO E PROMESSA DEL SALVATORE.  

4. L'uomo era stato fatto re della natura e messo in un delizioso giardino, il paradiso terrestre, dove poteva goder di tutto; ma affinché riconoscesse il pieno dominio del Creatore, Dio gli aveva proibito di gustare il frutto dell'albero detto della scienza del bene e del male: il bene era l'ubbidienza e la grazia di Dio, il male la disubbidienza e la perdita dei doni non dovuti all'uomo, dei quali Dio l'aveva arricchito.

5. L'uomo osò ribellarsi. Eva, credula al serpente-demonio, anzichè a Dio, e Adamo, compiacente ad Eva, disobbedirono; e per la  loro colpa, secondo le minacce avute, essi e i loro discendenti furono spogliati della grazia e della felicità eterna in Dio, e degli altri doni che toglievano le imperfezioni e le debolezze della natura. Così, stoltamente, si resero servi del demonio, delle passioni, delle miserie, della morte, e ci esposero tutti alla perdizione eterna.

6. Dio però, condannandoli dalle delizie del paradiso terrestre al lavoro, al dolore e alla morte corporale, non tolse loro la speranza della salvezza dell'anima, anzi predisse che avrebbe distrutto la potenza tirannica del demonio per mezzo del Messia o Cristo, che sarebbe venuto nella pienezza dei tempi. In questa speranza e in questa fede l'uomo rivivrebbe, osservando la legge morale scolpitagli nel cuore.

 

III - CORRUZIONE E DILUVIO. IL POPOLO ELETTO.  

7. Ma, invece, a cominciar da Caino che per invidia uccise suo fratello  Abele, si moltiplicarono i peccati col moltiplicarsi del genere umano, il quale tutto si pervertì. Onde Dio mandò il diluvio sulla terra, e tutti perirono nel castigo, eccetto il giusto Noè e la sua famiglia, che Dio salvò in un'Arca o grande nave, fattagli appositamente costruire. Noè, scampato, offrì a Dio un sacrificio in ringraziamento.

8. Anche le varie nazioni, venute da Sem, Cani e Jafet, figli di Noè, si corruppero, e col tempo dimenticarono l'unico vero Dio, e invece di Lui, con peccato gravissimo, adorarono false divinità e creature. Perciò Dio scelse, tra i pochissimi della stirpe di Sem rimasti fedeli, Abramo Caldeo; lo chiamò fuori della sua patria e gli promise che se egli e i suoi posteri si conservassero credenti e religiosi, sarebbe stato il loro DIO, li avrebbe moltiplicati immensamente e fatti padroni della terra di Canaan o Palestina, e nella sua posterità sarebbero benedette tutte le genti. La promessa medesima rinnovò Dio ad Isacco, figlio di Abramo, e a Giacobbe detto pure Israele, secondogenito d'Isacco.

9. Così la progenie di Abramo e d'Israele, cioè gli Ebrei, divennero il popolo eletto da Dio perché custodisse la fede e la religione vera, e tramandasse la promessa del Salvatore.

 

IV - SCHIAVITÚ D'EGITTO. LIBERAZIONE PER MEZZO DI MOSÉ.  

10. Giacobbe mori in Egitto, dove in tempo d'una gran carestia era andato con i suoi dal prediletto figlio Giuseppe, che i fratelli invidiosi avevano venduto schiavo e che il Faraone, o Re, aveva innalzato alla più alta dignità del regno in grazia del suo spirito profetico e della sua fedeltà e previdenza. Colà gli Ebrei crebbero di numero e prosperarono grandemente, tanto che, dopo secoli, un Faraone crudele, ingelosito  della loro potenza, tentò sterminarli, sottoponendoli a durissima schiavitù e comandando di gettare i loro nati maschi nelle acque del Nilo.

11. Ma Dio intervenne, per il popolo suo. Mosè, il futuro liberatore, veniva salvato dalle acque e allevato in corte dalla figlia stessa del Faraone; e Dio per mezzo di lui intimava poi al Faraone di lasciar partire il popolo ebreo. Avendo il re ricusato, percossero successivamente il regno dieci flagelli terribili detti piaghe d'Egitto, ultima delle quali lo sterminio di tutti i primogeniti egiziani, compiuto in una notte dall'Angelo, che risparmiò le sole case degli Ebrei, segnate, secondo l'ordine di Dio, col sangue dell'agnello immolato.

12. Allora il re si piegò, e Mosé parti subito col popolo, e attraversò il Mar Rosso che mirabilmente si divise avanti agli Ebrei per lasciarli passare. Vollero entrarvi anche gli Egiziani, i quali, pentiti d'aver concesso agli Ebrei la partenza, si erano messi ad inseguirli; ma le acque si riunirono e tutti furono sommersi.
Il grande passaggio o Pasqua era compiuto, e la  memoria della prodigiosa liberazione sarà poi celebrata ogni anno dagli Ebrei con la festa più solenne, finché avvenga la Pasqua di Cristo, e l'umanità intera sia per Lui liberata dalla schiavitù,. infinitamente più funesta, del peccato.

 

V - GLI EBREI NEL DESERTO. LA LEGGE. GIÓSUE'.
LA TERRA PROMESSA.
 

13. Agli Ebrei condotti nel deserto, Dio, con grande maestà, fra lampi e tuoni, diede, per mezzo di Mosé, sul monte Sinai, la legge morale del Decalogo o dei dieci comandamenti, incisi su due tavole di pietra; e diede poi ancora altre leggi rituali e sociali con cui il popolo doveva governarsi fino alla venuta del Messia, se voleva conseguire le divine promesse ed essere vittorioso e felice.

14. Fu questo il Vecchio Testamento o patto di Dio col popolo eletto, questa la Legge, ossia la legge antica, mosaica, tutta involta, nella sua minuziosa gravezza, a mantener viva la fede e il culto dell'unico vero Dio, misconosciuto da per tutto, e a preparare il Nuovo Testamento, ossia la Nuova Legge di Cristo, infinitamente superiore: questa la base e la costituzione della nazione ebrea, fondata da Mosé.

15. Però gli Ebrei, sebbene degnati di tal patto da Dio e da Lui prodigiosamente sostentati nel deserto per tanti anni con manna cadente quale rugiada e con acque cavate dalla roccia dalla verga di Mosé, si ritardarono per 1e proprie colpe l'entrata nella terra promessa, e Mosé morì sui confini di questa, lasciando per successore Giosuè, il quale finalmente, dopo quarant'anni di peregrinazioni, conquistò la Palestina e la divise tra le dodici tribù, discendenti da dodici figli di Giacobbe.

 

VI - I GIUDICI. I RE. DAVID. SALOMONE. IL TEMPIO.
REGNO DI GIUDA.  

16. Dopo Giosuè, ressero il popolo i Giudici, suscitati da Dio quando sorgeva qualche più grave necessità; quindi i Re, il primo dei quali, Saulle, fu poi rigettato da Dio e sostituito col valoroso e fedele David della tribù di Giuda, nella cui famiglia resterà ereditario il regno e nascerà in ultimo il Messia, che avrà regno senza fine.

17. Salomone, figlio di David, sapientissimo e felicissimo, edifica in Gerusalemme un magnifico tempio al Signore, ma vecchio cade nella lussuria e nell'idolatria. Per questo delitto e per la stolta durezza del figlio e successore, Roboamo, furono tolte alla casa di Davide dieci tribù, che costituirono sotto Geroboamo, capo della ribellione, il regno d'Israele; regno presto caduto nell'idolatria, riprovato da Dio e distrutto per sempre dagli Assiri.

18. Frattanto anche le tribù di Giuda e di Beniamino, rimaste ai discendenti di David, ossia il regno di Giuda, prevaricarono spesso, nonostante i rimproveri dei Profeti, specialmente sotto alcuni re empi, come Acaz e Manasse. Onde sopravvenne Nabucodonosor, re di Babilonia, che assediò e distrusse Gerusalemme col tempio e menò schiavi re e popolo.

 

VII - CATTIVITA DI BABILONIA. IL RITORNO. IL NUOVO TEMPIO.
I PROFETI. LE PROFEZIE AVVERATE.

 

19. Nelle angustie della cattività di Babilonia, alle parole  ammonitrici e consolanti dei Profeti, il popolo s'emendò e ravvivò la sua fede in Dio e nella risurrezione d'Israele per mezzo del Messia.

20.E quando, dopo settant'anni, Ciro, re dei Persiani; impadronitosi di Babilonia, concesse, secondo la predizione d'Isaia, il ritorno in patria, fu, con grande zelo, sotto Zorobabele e Neemia, riedificata Gerusalemme, cominciando dal tempio, il quale, sebbene non così splendido come l'antico, doveva essere onorato dalla presenza del Dominatore » ricercato e dell' Angelo del Testamento » nuovo. Fu ristabilito il pubblico culto di Dio e, per cura di Esdra, l'osservanza della Legge, il libro della quale venne letto al popolo e interpretato.

21. Nei secoli seguenti, al progressivo decadere della potenza e libertà nazionale, non decadde, ma si accrebbe, nonostante il pervertimento di molti, lo zelo per la Legge e l'aspettazione del Redentore annunziato con tratti sempre più particolari e distinti. Perchè i Profeti successivamente ne avevano predette nelle più minute circostanze la venuta e la vita, la predicazione, i patimenti, la gloria e il regno perpetuo; sì che parecchi, vanamente cercando di applicare a sè le predizioni, osarono presentarsi per Messia, finché apparve Gesù di Nazaret, nel quale tutte insieme si veríficarono e compirono le profezie divine.

 

VIII - GESÚ CRISTO: SUA VITA E PREDICAZIONE; SUA MORTE, RISURREZIONE E ASCENSIONE AL CIELO.

 

22. Gesù nacque in Betlemme da Maria Vergine, sposa a Giuseppe della famiglia di David. Come l'Angelo Gabriele le aveva annunziato, lo Spirito Santo era disceso sopra di Lei, ed Ella, rimanendo Vergine, era divenuta madre del Verbo divino incarnatosi da Lei.

23. Circonciso, secondo la Legge, e chiamato Gesù o Salvatore, dopo la fuga in Egitto per sottrarsi alle insidie di Erode, visse a Nazaret in umile ubbidienza a Maria e a Giuseppe, avanzando  in sapienza, in età e in grazia innanzi a Dio e agli uomini ». A trent'anni circa, ricevuto il battesimo di penitenza nel fiume Giordano da Giovanni il Battista (Battezzatore), cominciò a predicare nella Giudea e nella Galilea il Vangelo, ossia la buona novella della remissione dei peccati e della vita eterna per quelli che credessero in Lui e ne osservassero gl'insegnamenti: e confermava coi più stupendi prodigi la sua divina missione e la sua dottrina.

24. Molti credettero, e tra i primi quei dodici chiamati Apostoli o messi, che Egli scelse per fondare la sua Chiesa, di cui volle capo e fondamento Pietro. Ma gli si scatenò contro implacabile l'odio dei pontefici, dei farisei e dei dottori della Legge, invidiosi del suo potere e offesi dai suoi rimproveri agli errori e alle ipocrisie loro,  e quest'odio finì per farlo condannare, Lui, l'aspettato Redentore, dal Sinedrio o supremo tribunale della nazione, e posporre al ladrone Barabba, quando il pauroso Pilato, preside romano, tentò di graziarlo per la Pasqua e salvarlo da morte.

25. Dopo gli strazi più acerbi, crocifisso sul Calvario, non lungi da Gerusalemme, tra due malfattori, Egli compì in Croce la redenzione dell'umanità peccatrice, soddisfacendo per essa all'Eterno Padre col sacrificio di se stesso; e morì perdonando e pregando per i nemici che non cessavano d'insultarlo. Fu sciolto allora il Vecchio Testamento o patto con la nazione ingrata che aveva ripudiato e ucciso Dio Redentore, il quale, nel suo stesso sangue divino, dedicò il Nuovo ed eterno Testamento.

26. Sepolto il corpo, Egli coll'anima santissima discese al Limbo per liberar le anime dei giusti ivi trattenute in attesa della redenzione.
Il terzo giorno risuscitò da morte, come più volte aveva annunziato, e quindi apparve alle pie donne, a Pietro, a due discepoli sulla via di Emmaus e agli altri Apostoli ancora increduli, che alla vista delle sue piaghe gloriose più non dubitarono della risurrezione. Finalmente, dopo averli ammaestrati sul regno di Dio e mandati ad evangelizzare tutte le genti e a battezzare, con potestà di sciogliere e di ritenere i peccati, e con la promessa dello Spirito Santo e dell'assistenza propria fino alla consumazione dei secoli, nel quarantesimo giorno, in loro presenza, salì al cielo, dove siede alla destra di Dio Padre, investito d'ogni potere sul cielo e sulla terra.

 

IX - DISCESA DELLO SPIRITO SANTO. CHIESA CATTOLICA.  

27. Dieci giorni dopo, nella Pentecoste, lo Spirito Santo, promesso da Cristo, scendeva visibilmente sugli Apostoli e sulla Chiesa nascente, dalla quale non doveva dipartirsi, mai più. Il regno di. Dio, con gli Apostoli suoi propagatori e reggitori e con le potenze spirituali della parola divina predicata e poi anche scritta, dei sacramenti (tra cui principale l'Eucaristia, per la, quale Gesù rimane sempre co' suoi) e dei doni dello Spirito Santo, era ormai confermato e perfetto, e cominciava la propria vita indipendente dalla Sinagoga e la propria missione di salute fra i pagani, cui a poco a poco, nonostante te sanguinose persecuzioni del potentissimo impero romano, trasse dal profondo dell'idolatria e della corruzione, convertendone moltissimi in fiori di fede e di virtù.

28. Cadde poco dopo, per sempre, con la sua capitale e col suo tempio, la nazione giudaica, e gli ebrei furono dispersi sulla terra: cadde poi con le sue glorie di letteratura, di arte e di scienza il mondo antico, consumato dai vizi; caddero altre genti ed imperi, e la Chiesa, con la civiltà cristiana, perdura e s'estenderà sempre per il bene dell'umanità, malgrado le cadute di figli degeneri, malgrado le più funeste dissensioni che trassero fuori del regno di Dio, nello scisma e nell'eresia, nazioni potenti, malgrado la più insidiosa guerra dei nemici della rivelazione soprannaturale, della morale cristiana e dell'idea stessa di Dio. « Le porte dell'inferno non prevarranno contro di lei. Il buon cristiano, tranquillo su questa promessa divina, non si turba, ma con la sua madre, la chiesa, prega, lavora e soffre, aspettando la risurrezione finale e il ritorno glorioso di Gesù Cristo giudice, che ci preannunziò gli odi, le persecuzioni, le apostasie, ma, insieme ci rincuorò dicendo: « Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me... Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi ...pur fate cuore: io ho vinto il mondo. (Giov.,XV,18-20; XVI,33).