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Leone XIII
Cum hoc sit


È insito in natura e comprovato dalla Chiesa Cattolica che gli uomini cercano protezione da coloro che sono insigni per santità, e cercano altresì esempi da imitare presso coloro che raggiungono la perfezione in qualche disciplina; pertanto, non pochi Ordini religiosi, Licei, persone di cultura, con l’approvazione della Sede Apostolica vollero da tempo avere per maestro e patrono San Tommaso d’Aquino, che sempre rifulse come un sole per dottrina e virtù. Invero, nei tempi nostri si è esteso lo studio delle sue dottrine e sono stati molti a chiedere che in tutti i Licei, nelle Accademie e nelle scuole cattoliche Egli fosse assegnato come patrono con decreto di questa Sede Apostolica. Anche molti Vescovi espressero lo stesso desiderio con lettere personali e collettive; parimenti i soci di molte Accademie ed Associazioni di cultura insistettero nella stessa richiesta con supplice umiltà. E poiché parve opportuno differire l’accoglimento delle ardenti preghiere di tutti costoro, in modo che si consolidassero con l’andare del tempo, sopraggiunse l’occasione propizia con la Nostra Lettera Enciclica "De philosophia christiana ad mentem S. Thomae Aquinatis Doctoris Angelici in scholis catholicis instauranda" che pubblicammo lo scorso anno in questo stesso giorno.

Pertanto i vescovi, le Accademie, i dotti consiglieri dei Licei, e i cultori delle arti nobili sparsi in ogni luogo della terra confermarono di voler ascoltare la Nostra parola e di essere, ora e in futuro, pressoché unanimi nel consenso. Anzi, hanno espresso la volontà di seguire fino in fondo le orme di San Tommaso nell’insegnare le discipline filosofiche e teologiche, affermando infatti, non diversamente da Noi, di identificare nelle dottrine tomistiche una evidente superiorità e una singolare vigorosa attitudine a sanare i mali da cui è afflitta la nostra epoca. Pertanto Noi, che da tempo e vivamente desideriamo di veder fiorire tutte le scuole di cultura sotto la protezione di un maestro così eminente nella fede e nel patrocinio, poiché sono tanto chiari e dichiarati i desideri comuni a tutti, pensiamo sia giunto a maturazione il momento di decidere che la gloria immortale di Tommaso d’Aquino si accresca con il concorso di questo nuovo titolo di merito.

Questo è il principale dei motivi che Ci sollecitano: comprendano i cattolici che tra tutti eccelle San Tommaso, come esempio di studioso di varie discipline. E davvero sono presenti in lui tutte le più luminose doti dell’animo e dell’ingegno, per le quali chiama giustamente, gli altri ad imitarlo: la dottrina feconda, incorrotta, saggiamente strutturata; il rispetto della fede e una mirabile concordanza con le verità di origine divina; l’integrità di vita insieme con lo splendore delle più eccelse virtù.

La sua dottrina è tanta da comprendere, come un mare, tutta la sapienza derivante dagli antichi. Tutto ciò che è stato detto o saggiamente discusso dai filosofi pagani, dai Padri e dai Dottori della Chiesa, dagli uomini sommi che si segnalarono prima di lui, non solo fu da lui assimilato, ma fu accresciuto, condotto a compimento, ordinato con tanta luminosa perspicuità di forma, con tanta accurata argomentazione e con tanta proprietà di linguaggio che lasciò ai posteri la facoltà di imitarlo, ma sembra aver tolto loro la capacità di superarlo. La sua grandezza consiste nel fatto che la sua dottrina, strutturata e dispiegata secondo principi del tutto evidenti, non è solo adeguata alle necessità di una sola epoca ma di tutti i tempi, e soprattutto idonea a confutare gli errori che riappaiono con vicenda perenne. Quella dottrina, confermando se stessa con il proprio vigore razionale, permane invitta e incute profondo sgomento negli avversari.

E non è meno da apprezzare, soprattutto a giudizio dei cristiani, la perfetta coincidenza tra ragione e fede. Infatti il Santo Dottore dimostra con chiarezza che tutto ciò che è vero in natura non può essere in contraddizione con ciò che si ritiene opera di Dio; perciò il seguire e l’onorare la fede cristiana non è segno di umile servaggio privo di ragione, ma nobile ossequio di cui la mente stessa si giova e si educa a più sublimi pensieri. Infine egli dimostra che intelligenza e fede procedono entrambe da Dio, non col fine di favorire competizioni tra loro, ma di proteggersi col vincolo dell’amicizia collegata a mutui doveri. Il riflesso della loro armonia e della loro mirabile concordia si scorge in tutti gli scritti del beato Tommaso. In essi infatti spicca ed eccelle talora l’intelligenza che nella investigazione della natura consegue ciò che vuole, purché anteponga la fede; talora la fede, che con il soccorso della ragione si illumina e si tutela in modo tuttavia da conservare inviolata la propria forza e la propria dignità; inoltre, in caso di necessità, entrambe stringono tra loro un patto per sconfiggere i comuni nemici. E se fu sempre di somma importanza la durevole e salda concordia tra ragione e fede, ancor più essa è da ritenere importante dopo il secolo XVI poiché in quel tempo si cominciarono a spargere i semi di una libertà che oltrepassava il limite e la misura, e fa sì che la ragione umana ripudi apertamente l’autorità divina e che con le armi ottenute dalla filosofia svella e combatta le verità della religione.

Infine il Dottore Angelico non é più grande per dottrina che per virtù e santità. Infatti la virtù é un’ottima premessa per mettere alla prova le forze dell’ingegno e per acquisire dottrina; coloro che la trascurano ritengono a torto di aver raggiunto una solida e feconda sapienza poiché "in un’anima volta al male non entrerà la sapienza, né essa abiterà in un corpo succube del peccato" (Sap 1,4). Invero, questa predisposizione d’animo che proviene dall’indole della virtù, si ritrova in Tommaso d’Aquino non solo in altissimo grado, ma assolutamente degna di essere autenticata dal visibile segno della divinità. Infatti, dopo essere sfuggito, vincitore, alle insistenti lusinghe del piacere, il casto adolescente ottenne da Dio, come premio della sua forza d’animo, di sentire una stretta ai fianchi in modo arcano, e insieme spento l’ardore della libidine. Per questo fatto e per come visse, estraneo ad ogni contatto corporeo, è da paragonare agli stessi spiriti angelici non meno per l’innocenza che per l’ingegno.

Per questi motivi giudichiamo il Dottore Angelico pienamente degno di essere eletto come prestigioso patrono degli studi. A prendere con gioia tale decisione Ci induce il presagio che in futuro il patrocinio di un uomo tanto grande e santo varrà assai a promuovere le discipline filosofiche e teologiche con sommo vantaggio per la società. Infatti, là dove le scuole cattoliche si affideranno alla disciplina e al patrocinio del Dottore Angelico, facilmente fiorirà la sapienza nel vero senso del termine, attinta da saldi principi, trasmessa con ordine e metodo. Dalla purezza delle dottrine scaturirà purezza di vita, sia privata che pubblica; ne deriveranno salutari consuetudini di vita onesta per i popoli, ordine e tranquillità.

Coloro che si applicano alla scienza del sacro, così aspramente contrastata in questi tempi, trarranno dai volumi di San Tommaso motivo di dimostrare ampiamente le fondamenta della fede cristiana, di inculcare le verità soprannaturali, di respingere dalla santissima religione gli empi assalti dei nemici. Per tale ragione, tutte le umane discipline sentiranno che non è ostacolata o ritardata la loro diffusione, ma sollecitata ed aumentata; infatti la ragione, rimosse le cause dei contrasti, ritornerà in buona armonia con la fede, e seguirà questa come guida nella ricerca del vero. Da ultimo, quanti sono gli uomini ansiosi di apprendere, una volta educati dagli esempi e dagli insegnamenti di così insigne maestro, si abitueranno a confrontarsi per quanto riguarda l’integrità dei costumi, e non seguiranno quella scienza che, scissa dall’amore, insuperbisce gli animi e allontana dalla retta via, ma quella che come trae origine dal "Padre della luce e dal Signore delle scienze", così a Lui conduce le cose giuste.

Ci parve opportuno, in proposito, chiedere anche un parere del Sacro Concilio, per conoscere i legittimi riti per procedere nella decisione; e dopo aver constatato che non si era manifestato alcun dissenso e che il parere corrispondeva perfettamente ai Nostri voti, Noi, in gloria di Dio onnipotente e in onore del Dottore Angelico, ad incremento delle scienze e per il generale vantaggio dell’umana società, con la Nostra suprema autorità dichiariamo San Tommaso, Dottore Angelico, patrono delle Università degli Studi, delle Accademie, dei Licei, delle scuole cattoliche, e vogliamo che Egli sia ritenuto, rispettato e venerato come tale da tutti – come fra i Santi del cielo che le Accademie o i Licei avessero eventualmente scelto in precedenza quali patroni particolari – e che l’onore e il titolo di Lui rimangano anche fra i posteri.

Dato a Roma, presso San Pietro, sotto l’anello del Pescatore, il 4 agosto 1880, anno terzo del Nostro Pontificato.